L’AMORE
L’amore
è il più bello ed intenso dei sentimenti che l’essere
umano possa provare. La personalità, innamorandosi,
subisce delle trasformazioni incredibili. La voce diventa
più gentile, il comportamento educato e controllato.
L’attenzione si acuisce, si cerca di evitare parole
superflue o discorsi inutili. Pur se motivato dal “volere
fare bella figura”, questi addolcimenti della personalità
danno la misura di quanto spazio espressivo il bene
possieda all’interno di ciascuno di noi. Sovente, emergono
o si rafforzano doti creative di tutto rispetto, si
concepiscono pensieri più elevati, si compongono poesie.
Chi canta o suona sentirà nella musica delle risonanze
nuove e toccanti. È un vero peccato che molte persone
non colgano queste opportunità, e si costringano a non
amare, o a relegare tali sentimenti ai pochi spazi liberi
che il lavoro ed altri interessi lasciano. Amare non
è solo un moto incontrollato del sentimento, o viene
o non viene. E' una scelta della consapevolezza, guidata
e nutrita dall'anima superiore.
Il
senso del tempo si trasforma, pur se ciò a volte dà
degli svantaggi, come la sensazione dell’allungarsi
dell’attesa tra un incontro e l’altro. Tuttavia, se
la saggezza inizia a spuntare nei cuori, queste attese
diventano dei necessari periodi di incubazione, durante
i quali crescono la bellezza e la gioia dell’incontro
successivo. Il santo Zohar (Libro dello Splendore) dice
che il mondo presente si chiama: “mondo del fidanzamento”,
e solo quello a venire può fregiarsi del titolo : “mondo
del matrimonio”. Si fa osservare come tale differenza
non indichi un semplice vantaggio qualitativo a favore
del secondo. Per quanto profonde siano, in questa vita
le relazioni uomo-donna rischiano sempre l’impermanenza.
Le personalità cambiano a velocità impressionanti, oppure
non cambiano per niente, e anche ciò è fonte di stress.
Considerare un rapporto come sicuramente indissolubile
non è tra i consigli che vi vorremmo dare in questo
libro. Dalla sua, il matrimonio ha le caratteristiche
della durata, ha la protezione da parte delle strutture
esterne, la benedizione da parte dell’autorità religiosa.
Esso comporta una serie di impegni, diritti e doveri
ben precisi. È un contratto. Tuttavia, a suo favore
il fidanzamento ha la trepidazione romantica, l’anticipazione,
i voli della fantasia e dell’immaginazione, il rinnovarsi
imprevisto ed eccitante ad ogni nuovo incontro. La mancanza
di sicurezze esterne porta i due fidanzati a proporsi
ogni volta in un modo nuovo ed attraente. Questa ricerca
attiva delle sottili dinamiche interne, produce delle
vere e proprie “endorfine” della psiche, che da un lato
attenuano il dolore del non essere ancora insieme, del
non essere sempre insieme, e dall’altro amplificano
la sensibilità, le percezioni, le attività dell’intelletto
e del sentimento.
LA
CABALA STUDIA LA PAROLA "AMORE"
Secondo
Abulafia si possono fare delle ricerche cabalistiche
anche su parole non in ebraico, e collegarle con l'ebraico.
AMORE si scriverebbe in ebraico (aramaico): Alef - Mem
- Vav - Resh - Alef
:
Le
prime due lettere, Alef
Mem, formano la parola Em, "madre".
La
madre è il primo esempio d'amore che riceviamo. Com’è
noto in psicologia, le carenze in questo campo condizionano
ogni esperienza successiva.
Per
uscire da tali condizionamenti, Alef – Mem - Vav - Resh,
l’amore è anche “Alef Mor”, "la mirra della Alef".
Alef rappresenta la via del singolo, Alef vale uno,
sta bene con se stessa. "Mirra" è il potere
terapeutico dei buoni profumi. Essa viene però da un
qualcosa di amaro, quindi dalla rielaborazione di difficoltà
varie. Un "buon profumo", dice il Cantico,
è come un buon nome, cioè buoni rapporti con la gente
che ci conosce, amicizie, legami di lavoro. Mordekhai,
il maestro - compagno di Ester (uno degli esempi di
anime gemelle nella Bibbia ebraica), significa: "la
guida della mirra". Esotericamente parlando, egli
Insegnava come seguire le tracce profumate, per quanto
delicate e sottili siano. Il profumo è un'anticipazione,
un assaggio della bontà e della dolcezza della fonte
che lo emette. La segue e la precede, sia nel tempo
che nello spazio. “Mirra” viene da “amarezza”, eppure
è un balsamo che guarisce e cura, se presa in piccole
dosi. Dona durata e longevità. E' uno dei vettori simbolici
dell'immortalità.
Poi,
le lettere della parola "amore", in ebraico,
formano la parola "emor", che significa "dire".
Ciò allude chiaramente alla potenza del parlarsi, del
dirsi le cose, del confessarsi ciò che portiamo nel
cuore. Il parlare, il comunicare, sono la fonte primaria
di alimentazione per l'amore.
Infine,
"amore" inizia con una Alef e finisce con
una Alef. Dall'Uno all'Uno.
Il
suo valore numerico è 248, come il nome sia di Raziel
che di Uriel, due dei sette angeli principali.
Nell'Albero della Vita,Chesed,
l’Amore, è la prima delle sei Sefirot legate ai movimenti
del cuore.
La
natura dell’amore è duplice. Il suo scopo primario è
di tenere insieme due opposti: uomo - donna, giovane
– vecchio, vicino – lontano, ecc. L’amore colma il divario
tra due età molto diverse. L’amore fa sentire vicina
la persona quando è assente, e aiuta a mantenere un
senso di distanza e di rispetto quando si è insieme.
Tuttavia, può causare delle strane dinamiche, nelle
quali le persone, quando sono troppo vicine, sentono
nascere in loro una forza repulsiva, che si manifesta
in litigi, in insofferenze. Simbolicamente, riassumiamo
la duplice natura dell’amore nell’acqua e nel fuoco.
L’amore è come acqua, secondo una delle più frequenti
simbologie bibliche. Chesed,
la Sefirà che più si avvicina all’amore (ahavà), e con
lei tutto il pilastro destro, possiedono la natura dell’acqua.
Ricettivo, inoffensivo, l’amore si dà per nutrire e
per far crescere. L’amore tende a scendere dall’alto
al basso, cerca il livello di minima resistenza, di
parità di livelli. Alcuni tra i più famosi incontri
tra coppie di anime gemelle, nella Bibbia, avvengono
nelle vicinanze di un pozzo d’acqua. Rebecca viene incontrata
vicino ad un pozzo. Giacobbe vede Rachele per la prima
volta vicino ad un pozzo d’acqua; Moshè incontra Tzippora
vicino ad un pozzo, Davide scorge Batsheva per la prima
volta mentre si bagna in una piscina.
L’amore come acqua è quello che dura, che non
pone i due compagni in forti confronti esistenziali.
Ma è anche quello che tende a divenire monotono, eccessivamente
tranquillo, ristagnante.
“Le
sue fiamme (dell’amore) sono fiamme di un fuoco divino”
(Cantico dei Cantici).
L’amore
come fuoco è presente nel culmine della passione. È
l’energia e il dinamismo che fanno dimenticare fame
e freddo, stanchezza e pigrizia, e portano gli amanti
ai vertici della passione. È l’urgenza creativa, che
illumina la mente e il cuore con nuove idee, con nuove
esperienze. È una fonte di vitalità profonda, molto
vicina al segreto dell’immortalità. È il fuoco alchemico
nel quale vengono cotti i fluidi spirituali dell’uno
e dell’altra.
Tuttavia
l’amore come fuoco è quello più instabile, impermanente,
difficile da controllare. Ha costante bisogno di carburante,
di nutrimento. Il suo repentino abbassarsi porta ad
una sensazione di delusione profonda, ad un senso di
perdita irreparabile. Inoltre, nei momenti di intimità,
l’amore come fuoco può ustionare, cioè ferire la sensibilità,
lasciare delle bruciature che rimangono a lungo nella
vita come memorie di torti subiti. Ciò genera la paura
di un nuovo avvicinarsi ad una tale fonte di energia.
L’amore
come fuoco può, al culmine della passione, portare la
coppia ben oltre i confini del lecito, generando situazioni
di difficile rettificazione. Il controllo di tale
fuoco, il sapere come domarlo, sono tra le preoccupazioni
principali della parte etica delle religioni. Più importante
di ciò, questa conoscenza è la parte centrale di alcune
tra le maggiori tradizioni esoteriche: La Cabalà.,
l’Alchimia, ecc.
(Tratto
dal libro di prossima stampa "Maschio e Femmina
Li Creò""Maschio
e Femmina Li Creò",
Hadar
e Meheitavel, il re e la regina che ci insegnano come
l'armonia della coppia possa cambiare il mondo")